Attualità

Pfas, torna l’allarme, valori pericolosi nel sangue a Spinetta

di Ivano Tolettini -


Il sito chimico piemontese della Solvay, adesso Syensqo, di Alessandria è ritenuto tra i più inquinati d’Europa e un terzo degli abitanti della frazione di Spinetta Marengo che si sono sottoposti alle analisi del sangue sono risultati con percentuali di Pfas nettamente oltre la soglia di sicurezza: il 10% presenta valori di Pfas oltre i 20 nanogrammi al millilitro, percentuale che sale al 30% se si considera anche un altro inquinante, gli Adv. Il sindaco Giorgio Abonante chiede analisi sulla potabilità dell’acqua perché la popolazione è molto preoccupata. Del resto l’esperienza del Veneto, dove di recente l’Università di Padova ha accertato che nel Vicentino a causa dei veleni perfluoroalchilici fuoriusciti dalla Miteni di Trissino, nei Comuni della zona rossa in oltre trent’anni sono morte 4 mila persone in più rispetto alla media, è un dato che purtroppo parla da solo. Sabato scorso a Verona di Pfas si è parlato anche durante la visita di Papa Francesco, proprio perché parte della popolazione delle province di Verona, Vicenza e Padova è interessata dal gravissimo fenomeno. Oltre 350 mila persone sono potenzialmente a rischio di malattia con conseguenze permanenti. Per questo la battaglia contro queste sostanze chimiche, che pur sono importanti nell’industria perché sono utilizzate in molteplici settori, è a tutto campo da parte di numerosi comitati, come le mamme no Pfas in Veneto che raccolgono migliaia di aderenti, a tutela della salute pubblica. Un movimento di opinione che si sta allargando perché i cosiddetti “inquinanti eterni” costituiscono un problema per adesso insuperabile. La multinazionale belga in seguito al vasto movimento d’opinione ha convenuto che c’è stato il ritrovamento di “alte concentrazioni pari a 250mila microgrammi per litro di cC6O4, un particolare tipo di Pfas che è prodotto da anni in esclusiva nello stabilimento di Spinetta Marengo e nonostante sia considerato meno tossico perché ha una catena chimica più è comunque pur sempre pericoloso. Non a caso per Clausio Lombardi, ex assessore all’ambiente del Comune di Alessandria, “le percentuali dei valori dei Pfas per le analisi delle acque potabili del territorio, condotte dall’Asl, sono troppo elevati”. “Il limite della direttiva europea – afferma – recepito dalla legge italiana è di 100 nanogrammi litro per la somma di 24 Pfas, mentre il limite di quantificazione adottato dall’Asl locale è di 40 nanogrammi litro, qualora 3 Pfas fossero di 35 nanogrammi per litro la somma fa 105, e quindil’Asl locale può dire che non c’è presenza di Pfas, viceversa supera il limite di 100”. La direzione giusta per salvaguardare la salute collettiva, spiega Lombardi, è “la direzione giusta per tutelare la popolazione soprattutto nell’area di Alessandria dove stanno chiudendo dei pozzi, finora sono stati tre, perché superano gli attuali limiti di 100. Il problema è molto serio”. I Pfas, che dall’Oms sono stati indicati come cancerogeni, in base alle analisi eseguite a Spinetta Marengo sono stati rivelati in concentrazioni “di tensioattivi e di cC6O4 e ADV pressoché raddoppiati rispetto all’ultimo controllo ordinario effettuato a gennaio 2024”. Si spiega perché l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica locale è molto più sensibile. Oltretutto “l’azienda ha rilevato sotto la vasca 250 mila microgrammi per litro di cC604, un Pfas prodotto in esclusiva dalla proprietà e considerato meno tossico, anche se come scrive il Tar del Piemonte, risulta essere un “rischio per la salute e l’ambiente”. Nel frattempo proprio perché la falda è inquinata a Spinetta, come hanno messo in luce le analisi, la Provincia di Alessandria ha ordina a Solvay di bonificare l’area esterna del polo chimico e coinvolge anche la società Edison, che era presente a Spinetta Marengo fino al 2002. L’azienda ha replicato di non avere “nessuna responsabilità, e che la barriera idraulica sta funzionando”. Nei giorni scorsi l’Arpa ha emesso un comunicato in cui scrive che “le migliaia di analisi e di verifica raccolte in dodici anni hanno accertato la netta diminuzione nelle acque di falda delle concentrazioni di tutti i contaminati che sono scesi ai minimi valori storici mai registrati”. Ecco perchè la Solvay rifiuta l’equiparazione con Edison, considerata dalla Provincia di Alessandri “l’unico responsabile della contaminazione rilevata nei suoli delle aree esterne”. Per Syensqo, Edison “non ha mai posto in essere alcuna attività di bonifica o di messa in sicurezza. Ed è già stata condannata a risarcire 91 milioni di euro in favore di Solvay”.


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