Marco Carta: “Quel vortice che è la mia vita”
Marco Carta è tornato con il singolo “Voragine”. Un interprete che si distingue per resilienza e sincerità. Non disdegna i salotti televisivi, le interviste a cuore aperto, senza snobismi di sorta. Anni fa ha fatto coming out sulla propria omosessualità proprio in diretta tv. «Volevo farlo, nessuno mi ha costretto». Non ha mai nascosto le proprie fragilità, i dubbi leciti di artista: «Chissà se tornerò mai a Sanremo, magari». E in un mondo di fake e di figurine teleguidate, Carta diventa originale per anomala onestà.
“Voragine” (Dischi dei sognatori/Ada Music Italy) lo vede coinvolto alla composizione e scrittura. Seguirà il “Voragine tour” la prossima estate. «Ho voglia di viaggiare, incontrare gente, rimettermi in gioco. Penso anche a un nuovo album per il periodo natalizio. Magari una raccolta dei miei successi, coinvolgendo altri artisti».
Questo suo nuovo singolo cosa racconta?
Parla dei miei ricordi e di ciò che ormai non tornerà più, nel bene e nel male. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Questo mi ha salvato anche nei momenti più disperati.
E come si sente oggi?
Sono il Marco di prima, ma finalmente è arrivato qualcosa che ho desiderato a lungo, cioè la calma. Sono sempre stato focoso, in molte mie vecchie interviste traspariva. Zero pazienza, spesso scontrosetto. Merito della tanta terapia che ho fatto.
Quanta ne ha fatta?
Sette anni. Il mio primo approccio con quel mondo arriva da molto lontano. Vidi la prima psicologa a 11 anni poi durante l’adolescenza ho smesso, volevo sentirmi indipendente. All’epoca, per noi giovani degli anni 2000, andare in psicoterapia veniva vissuto come anormale. Poi col tempo ho capito che erano pensieri infondati. Negli anni con la terapia ho risolto tanto, ho capito aspetti di me.
Dice “grazie” solo alla terapia?
Anche al contesto di vita. Trasferirmi a Milano otto anni fa ha fatto la differenza, per esempio mi ha fatto sentire più accettato nella mia sessualità. Per la prima volta mi sono sentito libero di girare mano nella mano con la mia persona del cuore.
“Voragine” è un inno ai suoi ricordi. Quale per lei è più importante di altri?
Una fotografia di quel mio pubblico che non mi ha mai tradito, non ha mai ascoltato le mode delle radio, né seguito per forza ‘ciò che va’.
E cosa vede intorno a lei, nel panorama musicale italiano?
Rispetto a 10-15 anni fa ci sono più artisti giovani in circolazione, i talent hanno arricchito l’ambiente di giovanissimi, questo è un bene. Però c’è tanta omologazione. Per esempio l’autotune, di cui io stesso ho fatto utilizzo in “Voragine”, dà uno stile moderno ai brani. Ma chi ne fa un uso massiccio finisce per omologarsi ad altri, soprattutto nella trap. Meglio valorizzare la propria identità e coltivare la propria differenza.
A proposito di questo, che ne pensa di artisti giovani che si mettono in pausa dalle scene a causa di pressioni insopportabili?
So di cosa parlano. Sei-sette anni fa facevo stories per il mio account Instagram e le cancellavo in continuazione. Odiavo il mio tono di voce, mi sembravo scemo o troppo allegro. Tendevo a sabotarmi. In quel periodo avevo bisogno di aiuto. I leoni da tastiera poi ci mettevano il carico. Non aiutano chi è già esposto. Oggi ho cambiato strategia. Quando qualcuno mi lascia un commento offensivo lo metto in evidenza, così poi ci pensano altri utenti a rispondergli. Lo mando “in piazza” da solo, così capiscono sulla propria pelle cosa significhi colpire qualcuno. Risultato, spesso quei ‘leoni’ dopo dieci minuti cancellano il commento. D’altro canto, quando aumentano certi commenti negativi è anche buono. Significa che stai prendendo nuove fette di pubblico.
E i buoni collaboratori sono importanti?
Fondamentali. Per fortuna nel 2016 mi sono staccato da certe realtà professionali, dove non sentivo più interesse nei miei confronti, passione, voglia di condividere. Contavano solo i numeri. In quell’anno avevo presentato un nuovo disco alla mia casa discografica. Era stato il frutto di un lungo lavoro. Mi ricordo una riunione con lo staff e un presidente che durante l’ascolto delle mie 11 tracce leggeva mail e rispondeva, sembrava concentrato su altro. Dopo un po’ ho preso nuove strade.
Lei ha le spalle larghe. Diversi i momenti complicati nella sua carriera.
Le dico il più sgradevole. Avevo appena vinto Sanremo e uscirono in rete fotomontaggi di mie foto porno, ovviamente fake. Ho dichiarato per mare e per monti che il tizio in foto non ero io, aveva gambe enormi, mentre io all’epoca ero magro come un chiodo. Forse avrei dovuto denunciare, ma all’epoca il mondo di internet non era regolamentato come oggi. Poi erano state pubblicate da un sito gay, quando io avrei fatto coming out molto dopo. Oggi le istituzioni gay, sono molto attente ai tempi personali di ognuno, c’è più rispetto. All’epoca mi sono sentito in difficoltà.
Anche la vicenda del presunto furto di magliette nel 2019 sarà stata complessa da gestire.
È stato uno dei momenti più difficili della mia vita, gestito malissimo dai media. Tutti pensano sia stato in carcere, quando non ci sono stato neanche un secondo. Dopo le prime ore non è stato mai convalidato l’arresto, ma ormai la bomba era stata sganciata. Attendevo il primo grado del processo per mostrare la mia innocenza, ma quando è stata chiara per tutti a nessuno interessava rettificare. Mi ha addolorato anche il fatto che nessun collega si sia pubblicamente espresso in mia difesa. Dei messaggi privati che me ne facevo? Io per altri mi sarei esposto.
Curiosità. Lei nasce ad Amici, che ha vinto nel 2008. Lo rifarebbe?
Lo rifarei, è stata la svolta per me, umanamente mi ha dato molto, mi sono divertito. Ma oggi non lo guardo, preferisco serie e film.
E dell’ultimo, discusso Eurovision, che ne pensa?
Angelina è stata bravissima, meritava qualche posizione in più, sarei stato felice della sua vittoria. Ma anche solo esserci è un onore, a me quell’occasione è stata strappata. Avevo vinto il Festival nel 2009 ma in quegli anni l’Italia non partecipava.
“La forza mia” poi era una hit pazzesca, con un messaggio forte, quello di non arrendersi. Statisticamente credo sia altamente improbabile che in futuro parteciperò mai all’Eurovision (ndr ride). Quella è stata la mia unica occasione, quando si dice la fortuna…
E delle dichiarazioni del generale Vannacci sul vincitore Nemo, che ne pensa? “Il mondo al contrario. È nauseante», ha dichiarato.
L’ho trovato esagerato. La musica è libertà. Siamo liberi di esprimere i nostri gusti, ma non credo ci sia la libertà di definire qualcuno “disgustoso” o nauseante. La musica può piacere o meno, ma è fatta per unire.
Queste le prime date di “Voragine Tour”:
13 GIUGNO – Tito PZ
8 LUGLIO – Serino AV
16 LUGLIO – Pimentel SU
5 AGOSTO – Cuglieri OR
7 AGOSTO – Ruoti PZ
10 AGOSTO – Villa S. Maria CH
8 SETTEMBRE – Burcei SU
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