“Viaggiando oltre il perimetro dell’immagine” tra le opere di cinque artisti “speciali”
L’atmosfera è “pop”, ironica e sarcastica, nei giusti limiti, “Viaggiando oltre il perimetro dell’immagine”. L’intento primo è quello di proporre attimi di riflessione, un “dibattito”, una critica all’evoluzione – involuzione e ai facili perbenismi dei tempi che corrono, attraverso immagini scultoree ed installative (che acquisiscono il valore di “intervento site-specific” come rilettura a posteriori di lavori già ben datati nel tempo) in grado di tener campo, a volte con chiassosa piacevolezza, agli spazi fortemente connotati dell’“Appartamento Padronale” del settecentesco “Palazzo Saluzzo Paesana” di Torino, prestigiosa opera di Gian Giacomo Plantery.
Compito non facile. Che i cinque artisti coinvolti, tutte figure di spicco nel panorama dell’arte italiana, assolvono con indubbia facilità, approfondendo alcune delle loro “comuni attitudini”, come l’esigenza di “fuoriuscire dal perimetro del quadro” (ecco spiegato il titolo della rassegna) per meglio osservare ed osservarsi nel puntare il dito, mai a vanvera, contro bersagli di natura socio-politica che l’arte può servire a mettere giocosamente “alla gogna”. Senza mai alzare la voce, ma con l’arma potente dell’ironia e pur anche con intuizioni di sano e godibile divertissement, all’insegna dell’immagine.
Visibile fino a domenica 26 maggio e curata da Lorenzo Bruni – con il sostegno del “Gruppo Zenit” e la collaborazione del “Centro Studi Piero Gilardi” – l’esposizione mette in mostra le ricerche, realizzate in differenti anni e attraverso differenti media installativi, di artisti quali Corrado Bonomi, Gianni Cella, Piero Gilardi, “Plumkake” (Romolo Pallotta, Claudio Ragni e lo stesso Cella che si staccherà dal Gruppo nel gennaio 2000, per continuare in solitaria) e Aldo Spoldi. Fil rouge univoco per tutti , sottolinea il curatore Lorenzo Bruni “una lettura sovversiva e spiazzante ‘dell’ordinario nel possibile’”. “Intenti comuni – prosegue – che vanno dall’attenzione ai temi ambientali a quelli della costruzione di una comunità di esperienze, dallo smascheramento delle ipocrisie sociali alla ricostruzione di un’idea di storia dell’arte non del tutto dipendente alle logiche del mercato”.
Esemplare, in tal senso, la sala dedicata al “progetto corale” della “Banca di Oklahoma” ideato dal ludico e teatrale cremasco Aldo Spoldi nel corso degli anni ’80, per “instillare una critica all’economia finanziaria che stava divenendo sempre più influente proprio in quegli anni”. L’installazione, oltre ad esporre l’oggetto/panchina, l’assegno, la scultura dello “sponsor messaggero”, comprende anche i “Brunelli” – tra cui quelli dei “Plumcake” del 1988, di Piero Gilardi del 1989, la versione in ceramica di Aldo Spoldi del 1990 e quelli del 2024 di Corrado Bonomi che sono realizzati per l’occasione – ovvero “monete giganti”, create dai singoli artisti, “con cui hanno interpretato la loro personale adesione a questa nuova visione possibilista delle cose”. L’iter spazia ancora dal classico “tappeto natura” del “Tronco sonoro” del ’92 di Piero Gilardi(Torino 1942 – 2023) all’“America prima dell’immigrazione del 2019” realizzata dal pavese Gianni Cella (una serie di maschere in resina che rimandano all’immaginario delle varie tribù nord americane prima della colonizzazione occidentale), fino al bizzarro intervento di Corrado Bonomi negli spazi della cucina con le opere pittoriche del ciclo “Mare” raffiguranti creature marine dipinte direttamente nelle confezioni vuote di latta e le sculture dedicate ai dittatori del secolo passato.
In via del tutto eccezionale, troviamo anche una sala dedicata all’immaginario fotografo Met Levi,“personaggio virtuale” (al pari dell’artista Cristina Show, al filosofo Andrea Bortolon e al critico Angelo Spettacoli) di Aldo Spoldi, con le immagini straordinarie realizzate dal 1968 con la sua “Rolleiflex con planar 3,5” che documentano, in un commovente ed energico bianco e nero, i cambiamenti sociali, politici e artistici di quegli anni. Insomma, a “gentilmente” violare la sacralità della storica location di via della Consolata, c’è davvero da stupirsi e sbizzarrirsi passeggiando fra opere in grado di fornire (ancor più attraverso la volontà di “uscire” dai loro perimetri o supporti materiali per meglio arrivare allo spettatore) molteplici letture “quante le sfaccettature – conclude Bruni – che hanno sempre fatto emergere gli artisti in mostra, rispondendo con spirito critico e pungente ai cambiamenti della loro contemporaneità, dal ’68 ad oggi”.
Gianni Milani (ilTtorinese.it)
“Viaggiando oltre il perimetro dell’immagine”
“Palazzo Saluzzo Paesana”, via della Consolata 1bis; tel. 347/0103021 o www.palazzosaluzzopaesana.it
Fino al 26 maggio
Orari: giov. – dom. 11/19
Nelle foto:
– Parte allestimento, ph. Leo Gilardi
– Aldo Spoldi: “Banca di Oklaoma – Sponsor messaggero”, legno, 1994
– “Plumkake”: “Brunello”, vetroresina smaltata, 1988
– Piero Gilardi: “Tronco sonoro”. Poliuretano espanso, 1992
– Corrado Bonomi: “Mare”, olio su scatoletta metallica, 1987-2024
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