Viva gli alpini, abbasso i “pacifinti”
È surreale ma purtroppo è tutto vero: se da un lato la leader del Pd Elly Schlein vuole intestarsi pure il 2 giugno, mobilitando la piazza contro il premierato a pochi giorni dalle Europee; dall’altro, l’Anpi getta fango sulla Festa degli alpini. Tutto questo accade in Italia nel 2024, quando a certe desolate e sinistre latitudini ideologiche sembra che il tempo si sia fermato a 80 anni fa. Stiamo parlando di figuri fermi imbambolati all’allarme, all’emergenza per la deriva autoritaria, al pericolo fascista. Questi antifascisti in assenza di fascismo che vedono il male in tutto quello che non condividono o non capiscono sono l’espressione più retrograda e ottusa del nostro Paese. Ebbene, da oggi a domenica i nostri gloriosi alpini tornano a riunirsi, questa volta a Vicenza, e l’Anpi, ossia l’associazione dei partigiani in assenza di partigiani (per via dei limiti biologici della durata della vita umana dei partigiani), lancia l’allarme. Sono dei militari, quindi dei militaristi, quindi dei guerrafondai, quindi nemici dei “pacifinti” dell’Anpi, i nuovi partigiani da centro sociale e salsiccia alla graticola, da pastasciutta antifascista e “barcollo ma non mollo”. Stiamo parlando di un evento che rientra nella nostra tradizione e che chiama a raccolta circa mezzo milione di persone tra alpini e simpatizzanti delle penne nere. Stiamo parlando quindi di una festa che ha una ricaduta di milioni di euro per il territorio. Di un evento istituzionale, viste le numerose autorità presenti tra cui il ministro della Difesa Guido Crosetto. Ma Anpi, Cgil, antimilitaristi, femministe e sinistri vari non alzano il naso dal loro ombelico: “Basta retorica militare, la sfilata creerà disagi in città”. A proposito delle femministe come dimenticare che due anni fa durante l’adunata di Rimini avevano lanciato una campagna mediatica contro gli alpini, finiti al centro di una bufera per molestie. E così arriva la nota che sembra scritta dagli alieni. Flc-Cgil di Vicenza e le associazioni pacifiste Movimento Internazionale Riconciliazione (Mir), Salam Ragazzi dell’Olivo, Siamo Vicenza esprimono “preoccupazione per i disagi e l’impatto per la città di tale evento: dal punto di vista organizzativo, dal punto di vista ecologico e sostenibile e per la retorica militare che purtroppo non è solo prettamente storica, commemorativa e civile”. Come se non bastasse, si accusano le scuole cittadine di aver invitato gli studenti a visitare l’accampamento degli alpini previsto per la tre giorni vicentina. Non sia mai che i giovani entrino in contatto con dei biechi militaristi. La nota dell’Anpi e delle altre associazioni va avanti nel suo delirio per gettare discredito sugli alpini, paventando addirittura una “militarizzazione” della società e dei giovani: “Negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale è in aumento la presenza di forze militari armate nelle scuole pubbliche grazie a protocolli d’intesa con gli uffici scolastici; così come la collaborazione tra le industrie militari nelle Università e negli Enti di Ricerca”. La presenza dei militari nelle scuole nate per informare gli studenti dell’attività dell’esercito italiano viene definita uno scandalo e non frutto di iniziative programmate in chiave di impegno civico e “scuola di vita”. La risposta a tutti questi deliri la danno le penne nere con lo slogan dell’adunata: “Il sogno di pace degli alpini”. Il governatore del Veneto Luca Zaia nel suo saluto alla manifestazione respinge ogni illazione: “Gli alpini hanno scelto di arrivare nel capoluogo berico con un grande messaggio di pace: esprimo loro un ringraziamento. Un messaggio di grande valore che indica la via a tutta la società perché giunge da persone che hanno nel proprio dna il vissuto della guerra”. Già, facile fare i “pacifinti” con le guerre combattute dagli altri e lontano.
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