Buona la Prima!

Felicità l’esordio alla regia per Micaela Ramazzotti

di Luca Bove -


Premiata con un Nastro d’argento come Miglior attrice protagonista in La prima cosa bella, Micaela Ramazzotti fa il suo debutto alla regia con Felicità, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti Extra, vincendo il Premio Spettatori.

Prodotto da Lotus Production e RAI Cinema, il lungometraggio di Micaela Ramazzotti, è una comedy drama, costruita molto bene, con un cast eccezionale.

Felicità la trama

Quella di Desirè è una famiglia storta, composta da genitori egoisti manipolatori, un mostro a due teste che divora ogni speranza di libertà dei propri figli. Lei è la sola che può salvare suo fratello Claudio, precipitato nel vortice della depressione.

Da attrice a regista

L’ultima stagione cinematografica italiana è stata caratterizzata dall’esordio alla regia di attrici e attori, tanto amati dal pubblico, come Claudio Bisio, con L’ultima volta che siamo stati bambini; Margherita Buy, con Volare e ovviamente Claudia Cortellesi che, con il suo C’è ancora domani, si è aggiudicata sei David di Donatello. Tra questi artisti fa la sua bella figura Micaela Ramazzotti con Felicità.

La Ramazzotti, dopo circa vent’anni da attrice (ricordiamo la sua interpretazione in Zora la vampira dei Manetti Bros), decide di girare il suo primo film, raccontando una storia tutta sua, tanto anomala, quanto comune.

I Mazzoni in Felicità

Al centro di tutto ci sono i Mazzoni. Una famiglia comune: padre, madre, una figlia e un figlio. Da un lato ci sono Max e Floriana, i genitori, e dall’altro Desirè e Claudio, i due figli. Un quadro tipico della famiglia italiana, ma qualcosa non va, ed ecco il cortocircuito, raccontato e mostrato, con un equilibrio quasi perfetto tra commedia e dramma. I personaggi sono tutti, o quasi, grotteschi e spesso ridicoli. E poi, c’è Desirè, derisa, ma allo stesso tempo desiderata, da un mondo crudele, dove chi non ha una corazza non riesce in nulla. L’unico solidale con lei, il fratello Claudio.

Desirè è generosa e per questo tutti se ne approfittano. Interpretata dalla stessa Ramazzotti, è lei la protagonista di Felicità, l’unica mossa da uno spiccato senso di altruismo che la mette sempre nei guai. Micaela Ramazzotti si costruisce su misura un personaggio molto realistico. Svampita, spesso fuori luogo, desidera semplicemente aiutare le persone a lei care. Max e Floriana, i suoi genitori, Bruno, il compagno e ovviamente Claudio, il fratello caduto in una forte depressione. Ma come spesso accade nella realtà, la generosità viene contraccambiata con una serie di brucianti tradimenti. Lei e Claudio sono gli unici buoni in Felicità, ma entrambi si sentono sbagliati in un mondo, dove rapaci predatori sono sempre innacquato.

A differenza di suo fratello, Desirè, però, cerca di reagire alle ostilità del quotidiano. La giovane donna si rimbocca le maniche e si dà da fare con il lavoro di parrucchiera nei set cinematografici, ma anche qui c’è chi se ne approfitta.

Ma la maggior fonte di dispiacere è la sua famiglia, sempre pronta a spillare denaro alla povera Denise, che sembra l’unica a lavorare per davvero, mentre suo padre Max fa l’intrattenitore in una televisione privata e sogna il ruolo da protagonista in un film scritto da lui. Floriana, invece, casalinga e mamma premurosa nei confronti di Claudio, tanto oppresso dall’amore materno fino ad ammalarsi.

La famiglia come nella commedia all’italiana

Con la famiglia Mazzoni, Micaela Ramazzotti riesce a tratteggiare un ritratto ad effetto di una tipica famiglia. Una situazione per nulla eccezionale ahi noi! Felicità è l’occasione giusta per l’attrice romana per dimostrare di essere una brava regista, ma soprattutto un’ottima narratrice. Il suo film, infatti, è basato su un’eccellente sceneggiatura, scritta insieme ad Alessandra Guidi e Isabella Cecchi.

Una vicenda che nasce nell’immaginario della classica commedia made in Italy, da cui proviene la regista e protagonista del film. La famiglia è rappresentata come esempio esemplare della società, un luogo sicuro e protetto, ma dove – col trascorrere del tempo – diventa il motore di conflitti e inganni. Situazione tante volte raccontate sul grande schermo dai maestri della commedia all’italiana e Micaela Ramazzotti sembra attingere proprio a loro. I suoi personaggi hanno qualcosa in comune con un classico del nostro cinema: Brutti, sporchi e cattivi.

Max, Floriana e gli altri non sono per nulla brutti, né tantomeno sporchi, ma sono altrettanto, e forse anche più cattivi, dei protagonisti del film di Ettore Scola. In loro regna l’avidità e la voglia di prevaricare sull’altro e mettendosi la coscienza a posto, si illudano di tenere la famiglia unita.

Desirè non può contare neanche sul sostegno del suo compagno, Bruno. Questi, interpretato da Sergio Rubino, rappresenta l’altra faccia della medaglia della cattiveria che è costretta a subire la protagonista. Se i Mazzoni incarnano la famiglia borghesuccia, un po’ qualunquista e ignorante, Bruno dovrebbe dar voce alla parte istruita del paese. Docente universitario, colto e intellettuale, è il classico esempio dei cosiddetti radical chic. Apparentemente affettuoso e premuroso nei confronti di Desirè, alla pari dei Mazzoni, sfrutta la sua compagnia, sentendosi al di sopra di tutto e di tutti.

In questo ritratto cinico e crudele dei rapporti interpersonali, Micaela Ramazzotti miscela, con magistrale equilibrio, comicità e dramma. Il tormentone del treno perso, tanto caro a Max, diventa motivo per ridere, ma allo stesso tempo occasione per riflettere su un concetto di amore pericoloso e dannoso. La regista e attrice, probabilmente non rendendosi conto, riesce a realizzare un film molto politico, nel vero senso del termine. Il suo è un vero tentativo, ben riuscito, di denunciare una situazione di normalità, in quanto comune, ma allo stesso tempo patologica.

Buona la Prima!, dunque, per Felicità e la sua protagonista che come regista riesce a dirigere un cast eccezionale, composto da lei stessa, Sergio Rubino, Matteo Olivetti, Max Tortora e Anna Galiena.


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