Economia

A Conti fatti – L’outsourcing dei colletti bianchi

di Giovanni Vasso -


Più che l’intelligenza artificiale, deve iniziare a far paura l’avidità. Soprattutto se le grandi aziende, piuttosto che comprendere la lezione di questi anni, continuano a delocalizzare e a preferire, sistematicamente, giovani laureati stranieri agli italiani o, in genere, agli occidentali. Non è questione di grandi ideali, dietro cui spesso e volentieri si nascondono ragioni più prosaiche di marketing. È una questione squisitamente economica. Come riporta il Sole 24 Ore, infatti, Stellantis assumerà nuovi ingegneri pescandoli dal Nord Africa, dove ha spostato una parte rilevante della produzione, dal Brasile e dall’India. Non perché siano più preparati ma perché “costano” fino a cinque volte in meno rispetto a un collega italiano, francese o americano. È l’outsorcing dei colletti bianchi. Stellantis, però, non è sola. Ma “copia” un trend già in voga tra le grandi major occidentali, specialmente quelle digitali. Su tutte, Google. Diranno, come fanno, che è tutta colpa della Cina e della concorrenza al ribasso. È lo stesso refrain degli anni ’90, ricordate?, quando portarono le fabbriche in Asia. Prima gli operai, ora gli ingegneri. Altro che intelligenza artificiale, i problemi per il lavoro sono tutti qui.

Non bisogna avere paura della tecnologia. Né occorre idolatrarla. Papa Francesco rimette le cose a posto affermando che, al centro delle cose dell’uomo, economia compresa, va riportato, appunto, l’uomo. “No alla tecnofobia e no alla tecnocrazia. Si tratta invece di investire risorse ed energie, perché la trasformazione del lavoro esige una formazione continua, creativa e sempre aggiornata. E bisogna farlo con le imprese e le famiglie. Una tecnica senza umanità diventa ambigua, rischiosa e non è veramente formativa”.

Buone, anzi ottime notizie, arrivano dall’Istat sul fronte dell’occupazione. A marzo, rispetto al mese precedente, gli occupati sono aumentati e il numero dei disoccupati continua a scendere.L’occupazione cresce  dello 0,3 per cento, pari a circa 70mila unità di nuovi lavoratori sia uomini che donne, per dipendenti e autonomi e per tutte le classi d’età a eccezione dei 35-49enni che registrano un calo. Su base annua, il numero di occupati a marzo supera quello di marzo 2023 dell’1,8 per cento (+425mila unità). Aumenta, contestualmente, il numero degli inattivi.


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