Stranizza d’amuri Una storia di amore e coraggio
È candidato ai David di Donatello nella categoria Miglior Esordio alla Regia, il primo film diretto da Giuseppe Fiorello, Stranizza d’amuri, con protagonisti i due giovani interpreti, Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro.
Giuseppe Fiorello decide di girare il suo primo film nella propria terra. È la Sicilia, infatti, a fare da sfondo a una storia d’amicizia, d’amore e di coraggio.
Stranizza d’amuri la trama
Estate 1982. Sono i giorni dei campionati mondiali di calcio in Spagna. Dopo un inizio non proprio esaltante, Paolo Rossi e i suoi compagni portano gli azzurri alla conquista del terzo titolo iridato. Proprio durante quei giorni, Gianni e Ninno si scontrano con i loro motorini lungo una strada di campagna. L’incidente è l’occasione per i due di diventare amici e forse qualcosa in più.
Regista per necessità di raccontare una storia
Il film che segna l’esordio alla regia di Giuseppe Fiorello, prodotto da Fenix Entertainment e Ibla Film, è uscito al cinema il 23 marzo 2023, distribuito da BIM. Dopo un solo mese nelle sale, Stranizza d’amuri ha incassato un milione di euro, un successo che ha spinto la RAI nell’acquistare i diritti per trasmettere il film in chiaro.
Durante la promozione della sua opera prima da regista, Giuseppe Fiorello ha dichiarato di voler diventare regista non semplicemente per velleità artistiche, ma per soddisfare la necessità di raccontare una storia che ignorava, prima di leggere un articolo di cronaca nera che trattava del caso del delitto di Giarre. È su questa storia che si basa il suo film, scritto insieme ad Andrea Cedrola, Carlo Salsa e Josella Porto.
Il delitto di Giarre
Il delitto di Giarre ci riporta indietro di quarant’anni. Siamo in Sicilia e precisamente nella provincia di Catania, dove vivono Giorgio e Antonio. I due ragazzi, molto amici e per questo soprannominati i ziti (i fidanzati), scompaiono senza lasciare traccia. Poco tempo dopo, i loro corpi vengono trovati senza vita, uccisi entrambi da dei colpi di pistola alla testa, mentre si tenevano per mano.
Giorgio e Antonio, a cui è dedicato il film di Giuseppe Fiorello, erano legati da una forte amicizia, probabilmente amore e la loro morte, intorno alla quale non si è mai riusciti a fare completamente luce, ci trascina all’inferno, dove per amare occorre tanto coraggio.
Gianni e Nino in Stranizza d’amuri
Il coraggio non manca certo a Gianni, interpretato da Samuele Segreto per la prima volta sul grande schermo. Il suo personaggio è il fulcro della vicenda, nata da un raccapricciante fatto di cronaca e traghettata in un film con una buona dose di poesia.
Gianni è uno dei due giovani protagonisti di Stanizza d’amuri, con lui c’è Nino (Gabriele Pizzurro) per vivere un’amicizia tenera e innocente, come la loro età. Entrambi adolescenti, i due giovani si incontrano, anzi si scontrano, per caso, mentre sono in sella ai loro motorini. Su quella strada della campagna siciliana, bruciata dal sole, tra Gianni e Nino nasce una forte amicizia, di quelle possibili solo alla loro età. I due trascorrano tanto tempo insieme, hanno il loro posto segreto e qui si bagnano nell’acqua, sentendosi liberi, come la natura che li circonda.
Tutto scorre per il meglio e Gianni viene accolto dalla famiglia di Nino come un altro figlio, fino ad iniziare a lavorare nella piccola fabbrichetta di fuochi d’artificio del padre. Come dice il proverbio, però, il paese è piccolo e la gente mormora. Gianni è omosessuale, per questo viene deriso e umiliato dal compagno di sua madre. La voce giunge ai genitori di Nino che iniziano ad ostacolare l’amicizia dei due.
Un film sull’amore
Giuseppe Fiorello ha il merito di raccontare questa vicenda con un estremo tatto e sensibilità. Mostra con tenerezza il sentimento che lega Gianni e Nino, senza mai essere invadente nella storia, trovando la giusta distanza dallo sviluppo dei fatti.
C’erano tutte le premesse per fare un film di genere, magari un thriller per proporre la verità sul delitto di Giarre, l’attore siciliano, però, ha preferito percorre una strada diversa. Stranizza d’amuri è infatti un’opera incentrata sull’amore, un sentimento proibito per i due giovani protagonisti.
Un’avventura senza colpa
Nella loro comunità il sentimento che provano non può realizzarsi e scatena un vortice di omofobia che li travolge. Il film, però, riduce al minimo la drammaticità dei momenti, focalizzandosi sulla gioia di vivere insieme un’avventura che, senza colpe, comprende anche la scoperta dei loro corpi e le proprie passioni.
Un trasporto che nasce ingenuamente tra una birra e l’altra, mentre i fuochi d’artificio illuminano il cielo notturno. Un tuffo in uno specchio d’acqua limpido per sentirsi sempre più uniti e felici. Giuseppe Fiorello racconta tutto ciò con un linguaggio cinematografico poetico, cercando per i suoi due giovani protagonisti una dimensione tutta loro, dove per amare non occorre coraggio.
Ma questo è un luogo idilliaco che crolla quasi immediatamente. Gianni e Nino vivono negli anni Ottanta, in un piccolo paese della Sicilia, dove il loro rapporto non può che concludersi in tragedia.
Alla base di questo film c’è il paradosso che per amare bisogna avere coraggio. Questo vale per i due protagonisti, ma non solo. L’amore diventa una vergogna da nascondere, per salvare il decoro, probabilmente l’unica risorsa a disposizione.
Il film fa emergere il suo paradosso a più livelli. C’è l’amore di Gianni nei confronti di Nino e viceversa, ma c’è l’amore anche delle loro madri. Queste giocano un ruolo importantissimo nello sviluppo della vicenda. Carmela e Lina sono due donne diversissime, ma allo stesso modo sono decisive per il tragico esito.
Le due mamme, interpretate da Fabrizia Sacchi e Simona Melato, tacitamente, firmano un patto, illudendosi di salvare la vita a loro figli, ma nei fatti il loro è un accordo tra carnefice, acciecate dalla vergogna della colpa di essere mamme di due omossessuali.
Gioia dei adolescenti ostacolata dalla vergogna degli adulti, non capaci di comprendere la bellezza di un amore forte e puro. Uno scontro che genera un continuo contrasto emotivo, mostrato con il medesimo amore provato dai due giovani protagonisti.
Buona la Prima per Stranizza d’amuri che racconta una storia non semplice, con amore e coraggio. Giuseppe Fiorello riesce a rievocare lo spirito degli anni Ottanta e tutte le sue contraddizioni, ambientando una storia davvero accaduta nella sua amata Sicilia.
Torna alle notizie in home