IN LIBRERIA – Lo scarabeo nel formicaio
Recensione Lo scarabeo nel formicaio, Arkadij e Boris Strugackij, Carbonio editore (2024).
Non saprei restringere in un’unica categoria lo splendido esperimento racchiuso in Lo scarabeo nel formicaio, scritto dei fratelli russi Arkadij e Boris Strugackij negli ormai lontani anni ’70 e che abbiamo riscoperto in questa nuova veste – in libreria dal marzo 2024 – firmata Carbonio Editore, con la traduzione di Claudia Scandura. Ne Lo scarabeo nel formicaio c’è il fascino del giallo, quello della fantascienza, quello della tragedia della vita umana e del mondo sommerso dei segreti. Un romanzo che in superficie racconta il lavoro – tra realtà e fantascienza – di un ‘detective’, Maksim Kammerer, che riceve dall’organizzazione che vigila sulla sicurezza della Terra e sui rapporti con gli alieni (la Commissione di Controllo COMCON-2) il compito di rintracciare entro cinque giorni Lev Abalkin. È un ex collaboratore, proveniente dal pianeta Sarakš, che però, giunto sulla Terra, ha fatto perdere le sue tracce: è sparito. Un incarico di urgenza e allo stesso tempo misterioso che insospettisce Maksim, che inizia le ricerche fingendosi giornalista e raccontando in prima persona – tenendo anche una sorta di diario – e andando a ricostruire gli ultimi anni della vita e del lavoro del fuggitivo, entrando in contatto con la sua rete di amicizie e conoscenze. Abalkin era un progressore, un facilitatore per l’evoluzione delle razze aliene e un garante per la sicurezza dell’umanità nei rapporti con gli extraterrestri: un lavoro che non aveva scelto, ma che gli era stato imposto. Uno dei tanti lati nascosti dell’ex collaboratore, la cui ricerca fa emergere un vaso di Pandora di segreti che celano non poco pericolo. Un volume che affascina con il suo mondo immaginato e che tiene incollati con una scrittura snella e allo stesso tempo precisa, come quella di un giallo. Ma questo libro non finisce come un giallo: non spiega e non rivela tutti gli interrogativi che tra le pagine si sono accumulati, lasciando il lettore con l’amaro in bocca. Eppure, non potrebbe essere altrimenti: sembra quasi essere la sua natura. Che si spiega in un romanzo incentrato sulla moralità, sulla libertà dell’individuo che tocca temi come quello dell’ubbidienza, della sicurezza, della volontà – spesso illusori. E su questo ci aiuta, per la comprensione, il contesto e il periodo in cui questo romanzo è stato scritto. L’attenzione è massima, il risultato è sorprendente.
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