Ramadan, due italiani su tre contrari alla chiusura delle scuole
Due italiani su tre sono contrari alla chiusura delle scuole e delle università per la fine del Ramadan. E’ questo il risultato di un sondaggio di Vis Factor, per Adnkronos, società leader nel posizionamento strategico, tramite la piattaforma Human di web e social listening. La questione, sondata appunto sui social network, ha acceso un vivace dibattito dando vita a due fazioni nettamente contrapposte. La maggioranza (il 62% degli intervistati) ha motivato la contrarietà alla chiusura scolastica rivendicando la centralità della cultura italiana che non deve abdicare i propri principi per una festività religiosa non riconosciuta dallo Stato. Una bocciatura che viene anche associata a sentimenti quali lo stupore (24%), la rabbia (20%) e l’ironia (12%). I favorevoli, invece, vorrebbero una maggiore tolleranza verso le minoranze religiose garantendo loro di celebrare le proprie radici e tradizioni. E inevitabilmente, oltre alla rete, anche la politica nostrana si è spaccata in due. E in mezzo al guado si pongono quanti invocano la necessità di trovare un equilibrio che tuteli la nostra identità e il rispetto delle diversità culturali di altre etnie. “A fronte di commenti al solito altezzosi di certa intellighenzia di sinistra – è il commento del vicepresidente dei deputati di FdI, Fabio Rampelli – sottolineo che la libertà di culto è uno dei principi basilari della nostra Costituzione, ma è di solare evidenza l’incompatibilità con le leggi italiane di manifestazioni nelle quali sul suolo della Repubblica le donne vengano rinchiuse come animali in recinti oscurati, con il divieto esplicitò di stare in zone altrettanto pubbliche adiacenti o banalmente di vedere gli uomini in preghiera. Si tratta di una violazione inaccettabile della parità tra uomo e donna”. Anche la responsabile delle Pari opportunità della Lega, Laura Ravetto, sostiene che “alcuni rappresentanti delle istituzioni italiane prima di andare a benedire il Ramadan dove alle donne viene impedito di pregare assieme agli uomini e spesso vengono emarginate, dovrebbero pensare due volte”. “Viva la scuola multietnica, le differenze, la contaminazione” sostiene invece su Fb il maestro elementare Roberto Pietrobon.
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