Economia

Bollette: dagli extraprofitti ai maxi risarcimenti

di Giovanni Vasso -


Dagli extraprofitti ai maxi risarcimenti, dalle bollette pazze al brace del Tar: così l’Antitrust ha inguaiato le società energetiche che ora rischiano di dover restituire ai consumatori fino a un miliardo di euro. Le parole del presidente dell’autorità garante per la concorrenza e il mercato, Roberto Rustichelli, hanno scatenato una sorta di terremoto. Intervistato da Bruno Vespa, Rustichelli ha spiegato che la mazzata alle società energetiche potrebbe arrivare dalla giustizia amministrativa. Questo perché “unilateralmente, e nonostante il governo e il parlamento avessero approvato una legge che impediva loro di farlo, hanno alzato il prezzo che invece non doveva essere alzato”. A essere coinvolte nel caso delle bollette pazze sono diciannove società “otto delle quali sono immediatamente rientrate senza aver incassato un euro e hanno comunicato ai consumatori che non avrebbero più alzato il prezzo, mentre altre cinque società si sono impegnate a restituire – e lo hanno già fatto – 122 milioni a 550mila consumatori”, ha spiegato il presidente dell’Agcm. E le altre undici?

La palla è passata ai giudici amministrativi dopo che l’Antitrust “ha chiuso i casi con l’accertamento della pratica commerciale scorretta”. Una vicenda tutt’altro che residuale dal momento che, come ha ricordato lo stesso Rustichelli, riguarderebbe almeno 4,5 milioni di consumatori. E queste stesse società hanno impugnato i provvedimenti. “Se il Tar e il Consiglio di Stato dovessero confermare la decisione dell’ Antitrust allora è una prova importante nei giudizi di rimborso di oltre un miliardo di euro. Ma sono stime prudenziali perché sono calcolate sulle bollette minime a 4,5 milioni di consumatori”. Il presidente dell’Antitrust ha ribadito che “il codice del consumo tutela anche le microimprese, quelle con fatturato fino a due milioni di euro e fino a 10 dipendenti, che potrebbero a loro volta chiedere il rimborso”. Insomma, il conto di chi avrebbe diritto a un rimborso potrebbe addirittura impennarsi oltre la soglia (già più che rilevante) dei 4,5 milioni di utenti. Ma il conto per le società coinvolte potrebbe essere salatissimo. E molto più pesante dei 15,6 milioni di sanzioni già comminate: “I nostri consumatori, anche attraverso le loro associazioni – ha spiegato Rustichelli – devono fare un’istanza alle imprese e dire ‘io voglio che sia applicato il contratto e il prezzo previsto nel contratto, che tu hai violato’. Se la giurisprudenza amministrativa dovesse confermare, a quel punto le imprese sarebbero obbligate a restituire queste somme, ma probabilmente molto di più”. Insomma, dopo le bollette d’oro che hanno contribuito a portare extraprofitti al rischio di dover pagare dei maxi risarcimenti.

L’intervento dell’autorità garante per la concorrenza e il mercato al novembre scorso quando l’Agcm sanzionò sei società per aver “adottato pratiche commerciali aggressive condizionando i consumatori ad accettare modifiche in aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas”, il tutto in contrasto con le norme emanate dal governo nel decreto Aiuti bis. “In un contesto caratterizzato da gravi criticità nel settore energetico con significativi aumenti dei costi per i consumatori finali, questa norma aveva vietato aumenti unilaterali dei prezzi per la fornitura di energia elettrica e gas dal 10 agosto 2022 al 30 giugno 2023”, ha notato l’Antitrust. Nel mirino, tra le altre, finirono Enel ed Eni, entrambe raggiunte da maximulte rispettivamente da dieci e cinque milioni di euro per aver “modificato unilateralmente i prezzi di fornitura a oltre quattro milioni di consumatori sulla base delle clausole contrattuali che consentono alle stesse società di decidere a propria discrezione se e quando modificare le tariffe, una volta scaduti i prezzi dell’offerta economica scelta”.

Intanto, nelle scorse settimane, l’Antitrust insieme all’Arera, autorità garante per le reti, ha lanciato un’iniziativa finalizzata a contrastare le campagne aggressive dei call center che “si è resa necessaria in seguito all`aumento della pressione dei call center in vista della fine tutela, una fase in cui sarà di cruciale importanza fornire ai consumatori uno strumento importante per contrastare il fenomeno del teleselling aggressivo, vale a dire le telefonate commerciali per la vendita di contratti-forniture”.

 Segnalazioni – giunte anche da Associazioni dei consumatori – che spaziano da una generica ’insistenzà delle telefonate, a offerte incomplete o false, a registrazioni non esplicite, fino a presunte telefonate fatte a nome delle stesse Autorità (che, si ricorda, non chiamano mai)


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