La fabbrica dei bambini in Brasile: l’audio che prova i legami tra gli autori dei ricatti
In attesa dell’udienza del prossimo 24 ottobre quando il Gip di Roma dovrà disporre il processo o archiviare la vicenda, la storia della “fabbrica dei bambini” in Brasile – l’intricato groviglio di sesso, magia nera e ricatti a carico di italiani benestanti che da settimane L’identità vi ha raccontato a puntate – vive un nuovo capitolo.
Finora, c’era il racconto della minuziosa ricostruzione che la vittima del ricatto, l’avvocato Nunzio Bevilacqua, ha fatto del sistema allestito in Brasile: un santone, una matriarca, una catena di giovani donne, reclute disponibili dell’organizzazione imperniata su una trama di macumbe e riti propiziatori, test del dna fabbricati ad arte e una manovra avvolgente, che minacciava Bevilacqua e gli altri malcapitati con la notizia della paternità di bambini nati da gravidanze artificiosamente costruite.
Ora la prova di un’audio, del cui testo L’identità aveva già parzialmente dato conto più di una settimana fa. Un riferimento preciso, come raccontato dall’agenzia Dire, ai personaggi chiave della storia, anello di collegamento tra la “recluta” e dunque la famiglia di lei nella persona della madre Margarete (anche lei, a quanto risulta, un tempo nel campo della sanità) e il mondo oscuro della “fabbrica dei bambini”, sarebbe proprio la zia Janete, l’infermiera ostetrica, che “rassicura”, alla fine, la sorella sull’efficacia del “lavoro degli spiriti su entrambi”.
Il legame tra la pratica dei riti propiziatori organizzati per dare luogo al ricatto e all’estorsione e la sua stessa vittima. Con passaggi ripetuti, in codice, ad un personaggio. Forse il principale, una donna, nella trama dei ricatti mentre “gli spiriti” lavoravano incessantemente “non solo di notte (quando avverrebbero i riti) ma anche il giorno seguente”. E una domanda legittima: tra le persone che – come si evince – sarebbero sotto questo “servizio specifico”, quante quelle italiane?
Un mondo “occulto, dietro una apparente e insospettabile normalità: il pericolo maggiore nel quale ogni persona, anche la più avveduta, potrebbe incappare. Un altro tassello del dossier di denuncia al centro di una vicenda che solo un processo – non solo in Italia ma, inevitabilmente, anche in Brasile – potrà chiarire.
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