epa11218298 Tesla CEO Elon Musk visits the Tesla electric car plant in Gruenheide near Berlin, Germany, 13 March 2024. Musk is in Germany to visit Tesla's gigafactory at Gruenheide after an arson attack on a nearby power pylon last week left it without electricity and halted production. EPA/FILIP SINGER
Tra i due litiganti spunta Elon Musk e il tycoon adesso accusa Tim di aver ostacolato la diffusione dell’internet veloce in Italia. L’azienda si difende e, intanto, il ministro alle Imprese Adolfo Urso si pone in mezzo per tentare una mediazione da raggiungere attorno a un tavolo. La Pasqua di Tim, più che di resurrezione, è stata di attesa, pensieri, dubbi e incertezze.
La notizia più rumorosa è arrivata direttamente dalla Silicon Valley. La Starlink di Elon Musk si sarebbe rivolta all’Agcom lamentando l’ostruzionismo, da parte di Telecom Italia, sul tema delicatissimo e strategico di internet veloce. “In una denuncia presentata alla fine della scorsa settimana all’Autorità garante delle comunicazioni italiana e al Ministero dell’Industria, Starlink sostiene che Telecom Italia – ha riportato l’agenzia Bloomberg – per mesi non ha rispettato le norme che le impongono di condividere i dati dello spettro per evitare interferenze di frequenza con le sue apparecchiature”. Non è un tema da niente, anzi. È decisivo. Perché le Tlc, per accedere alle frequenze 5G, hanno sganciato, in fase d’asta, qualcosa come poco più di 6,5 miliardi di euro. Un investimento dal quale le aziende, con Tim in testa, non sono ancora completamente rientrate. Per di più, Starlink fa capolino nel mondo, anzi nel castello fatato delle telecomunicazioni italiane, reso ancora più inespugnabile di quello di Atlante dalla “magia” della burocrazia. Che, su questo tema, ha dato il meglio di sé. L’ostruzionismo lamentato da Musk, che punta il dito contro Tim, farebbe il resto. Dall’azienda, però, è arrivata la difesa affidata al solito portavoce: “Tim ha già fornito i riscontri dovuti a Starlink e, a fronte delle ulteriori richieste di dati anche sensibili e rilevanti per la sicurezza delle comunicazioni, conferma la sua disponibilità a dialogare con Starlink tramite la mediazione prevista del Mimit”. Una carezza in un pugno: in pratica, da Tim a Musk è arrivata una stilettata mica da niente. C’è un’apertura al dialogo, già. Ma a patto che sia il governo ad assumersene la responsabilità. Cosa che, puntualmente, è accaduta con l’iniziativa del ministro Adolfo Urso che ha subito convocato un tavolo: “Il ministero si fa subito partecipe di un tavolo di confronto e di coordinamento tra Tim e Starlink per trovare una soluzione che possa consentire la convivenza al meglio delle due tecnologie, come prescrive peraltro la legge”, ha detto Urso, che ha aggiunto: “Saremo noi a farci attori in questo tavolo di confronto nell’assunzione che peraltro abbiamo già da qualche settimana attribuito un lavoro preparatorio. Noi dobbiamo come Ministero garantire le parti, e quindi Tim, i dati e le informazioni che possiede, e nel contempo consentire ad attori come Starlink e altri di utilizzare questa nuova tecnologia a beneficio di tutti”.
Ma i pensieri, in casa Tim, non vengono solo dall’esterno. C’è lo scontro interno, tra l’attuale management e i francesi di Vivendi che pesa non tanto sulla governance quanto sulle strategie future. In pratica, a seconda di come andrà l’assemblea dei soci convocata per il 23 aprile prossimo, si capirà se il deal con il fondo Kkr riguardo alla cessione della rete andrà, definitivamente, in porto. Ieri, in vista dell’appuntamento, sono state depositate le liste. Sono quattro. Il Fondo Merlyn, grande nemico del piano di cessione a Kkr della rete, ha proposto alla presidenza Umberto Paolucci e Stefano Siragusa alla carica di amministratore delegato. Asati, l’associazione che riunisce i piccoli azionisti Tim, propone Franco Lombardi, Alberto Brandolese, Maurizio Matteo Decina, Francesco Dalla Vecchia. C’è poi la lista del fondo Bluebell che si presenta all’assemblea con la designazione a presidente per Paola Giannotti De Ponti e le candidature al Cda di Paolo Amato, Laurence Lafont, Monica Biagiotti, Paolo Venturoni e Eugenio D’Amico. Vivendi, invece, s’è riservata di presentare candidati solo per il collegio sindacale. Si tratta, per gli effettivi, di Francesco Fallacara; Anna Doro; Corrado Gatti; Raffaella Annamaria Pagani; Felice Persico; per quanto riguarda i sindaci supplenti, Vivendi schiera Paolo Prandi; Laura Fiordelisi; Simone Montanari; Donatella Vitanza.