Primo Piano

L’ANALISI – Proteggiamo i ragazzi disabili

di Redazione -


di RICCARDO PEDRIZZI

Si tratta di un caso controverso, sul quale, a fine marzo arriverà la valutazione che archivierà definitivamente le accuse o consentirà di andare a processo e di analizzare le indagini delle forze dell’ordine sui presunti maltrattamenti al piccolo Alessandro (il nome è di fantasia), bambino autistico ospitato da un centro di riabilitazione della provincia di Como. Per il Pubblico Ministero del tribunale di Como nessuna lesione è stata causata per colpa o per omissione di vigilanza da parte dei sanitari e degli operatori della struttura, che ospita bambini e ragazzi disabili, a Tavernerio, dove Alessandro era stato ricoverato dal 2019. Da qui la richiesta di archiviazione, da parte del PM, della denuncia presentata dalla famiglia, che si era rivolta alla magistratura, producendo una serie di documenti e di fotografie dalle quali risulterebbe il trattamento quanto meno colposo della struttura ospitante e riferendo, altresì, che anche altri genitori avrebbero lamentato episodi analoghi accaduti nei confronti dei loro rispettivi figli.
I genitori hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione, tramite lo studio legale Piero Porciani. Il Gip ha fissato l’udienza, per il prossimo 27 marzo. Dovrà valutare se quei lividi riscontrati anche in ospedale sul corpo di Alessandro, figlio di un artigiano, siano da attribuire a maltrattamenti subiti all’interno della struttura sanitaria, a causa degli omessi controlli da parte dei sanitari, o solo frutto di azioni violente di un ragazzino pakistano, ovvero derivanti da liti con altri pazienti a loro volta affetti da disabilità.
La famiglia aveva ripetutamente chiesto di poter verificare le condizioni di degenza di Alessandro, senza mai ottenerne il permesso. Successivamente, nel corso delle giornate trascorse dal bambino a casa, i genitori avevano rilevato tracce di ecchimosi e di morsi sul corpo, chiedendone conto ai responsabili della casa di cura. Istanze su cui i legali dei genitori incentrano una parte dell’opposizione all’archiviazione. Tali fatti sono poi culminati nel grave episodio della lesione al braccio del minore verificatasi in data 10.11.2021. Tale episodio tanto grave da aver causato conseguenze permanenti all’utilizzo del braccio fratturato avrebbe dovuto indurre i medici dell’ospedale di Erba a notificare alle autorità di pubblica sicurezza il verificarsi dell’evento.
Da parte dello Studio Porciani viene altresì contestata anche la teoria della Procura secondo cui le lesioni sarebbero “riconducibili perlopiù a liti avvenute tra Alessandro e altri ospiti della struttura, anch’essi affetti da gravi disabilità intellettive e motorie”. Lividi; morsi, frattura scomposta, che – pur cagionati da ospiti minorenni e con disabilità – secondo gli avvocati della famiglia, “di certo non dovrebbero verificarsi con tale costanza e gravità in un contesto che si suppone di stretta sorveglianza da parte degli operatori sanitari presenti in Struttura”.
Il 27 marzo dunque si saprà se il Gip intende far proseguire le indagini o se il caso potrà considerarsi chiuso con il proscioglimento dei sanitari e dei vertici della struttura.
Ora qualsiasi possa essere l’esito giudiziario di questa vicenda, resta da chiedersi se strutture del genere operino secondo le norme e se non sia opportuno che le autorità competenti verifichino le condizioni in cui versano ed operano istituti come quello in provincia di Como. Per tutti questi motivi chi scrive ritiene di dover richiamare l’attenzione su questa vicenda del ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, di quello della Disabilità, di quello della Giustizia e dell’assessorato del Welfare della Regione Lombardia, anche al fine di dare tranquillità a tutte quelle famiglie che sono costrette ad avvalersi di tali istituti.


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