30 anni senza Elias Canetti: perché rileggerlo aiuta a capire il mondo di oggi
di ANNALINA GRASSO
Elias Canetti è uno scrittore per lettori che amano svelare la ferocia dei meccanismi della Storia e la corruzione dell’uomo. Uno scrittore dimenticato, forse perché inattuale rispetto a troppi retori e propagandisti di oggi. Nato in Bulgaria nel 1905 Canetti fu naturalizzato britannico nel 1952. Figlio di ebrei di origine portoghese, solo a scuola imparò il tedesco, che divenne la sua lingua per gli studî proseguiti a Vienna e per l’attività letteraria a Londra. Non tanto per il noto Auto da fé – che si cita per dimostrare di aver letto qualcosa di diverso dall’ordinario e di Canetti– ma la trilogia autobiografica La lingua salvata, Il frutto del fuoco, Il gioco degli occhi è un gioiello di narrativa. Canetti va a caccia di anime e ama descrivere il garbuglio delle relazioni umane con nitidezza. Ma ciò che rende il premio Nobel Canetti un inattuale attualissimo sono le sue riflessioni sull’enigma massa e sulle sue sfumature.<>, si apre così il saggio Massa e Potere, libro cinico con cui Canetti mostra come solo nella massa l’uomo può essere liberato dal timore di essere toccato; è necessario per questo la massa densa, in cui il corpo si addosso a corpo, nel caso migliore siamo tutti uguali.
Pensiamo alle proteste, alle manifestazioni, ai cortei, alle occupazioni, cosa ci viene in mente? All’impulso di distruzione delle masse, risponde Canetti. Quell’impulso che tanto piace a chi riesce sempre a giustificare alcune violenze e che sobbalza sulla sedia quando sente pronunciare la parola rivoluzione.
Canetti inoltre ci dice che tra le vene più salienti nella vita della massa vi è il senso di persecuzione: una particolare suscettibilità nei confronti dei nemici designati come tali una volta per tutte (la polizia, un governo, una categoria di persone che reclama i propri diritti). D’altronde la massa, una volta costituita, vuole cresce in fretta.
Parlando del potere Canetti sostiene che la più antica forma di comando è ‘la fuga’: “La fuga è solo apparentemente spontanea: il pericolo ha sempre un volto, nessun animale fuggirebbe se non sospettasse la presenza di quel volto”.Il capitolo “Il comando” non può non richiamare alla memoria il periodo del lockdown dovuto alla pandemia, ma anche all’agitamento dello spauracchio fascismo da quando al governo c’è il centro- destra, a come i mezzi di informazione possano incutere la paura, l’isteria, il terrore della morte – anche più del dovuto – per far sì che gli ordini venissero eseguiti..In questo caso si è avuta la massa terrorizzata, e la massa ribelle, che è insorta contro le restrizioni. Da qui nasce la cortina di ferro che rende purtroppo ancora oggi difficilissimo ogni ragionamento diverso. La massa terrorizzata e angosciata si è unita per vincere il timore, ogni opinione diversa. Non a caso viene chiamato ‘negazionista’ chi la pensa diversamente. Massa e potere è un saggio fondamentale per comprendere i nostri tempi, che ha rivoluzionato le categorie tradizionali con cui la sociologia e, prima ancora, la psicologia collettiva avevano interpretato il fenomeno alla luce delle esperienze dirette dell’autore con alcune formazioni di massa del suo tempo.
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