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G7 a presidenza italiana, Tajani sente Blinken. Rebus nel Mar Rosso contro gli Houthi

di Angelo Vitale -

Italian Foreign Minister Antonio Tajani meets US Secretary of State Antony Blinken during G7 Foreign Ministers Summit in Muenster, Germany, 04 November 2022. ANSA/ANGELO CARCONI


Da due giorni il G7 ha la presidenza italiana. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha reso nota l’agenda della Farnesina per i prossimi mesi e avviato un giro di colloqui con i leader degli altri Paesi, cominciando con il segretario di Stato degli Usa Antony Blinken.

A Tajani toccherà coordinare, per il G7, quattro delle prossime riunioni: due dei ministri degli Esteri ad aprile a Capri e poi in autunno a Fiuggi, un incontro dei ministri del Commercio a luglio a Reggio Calabria e un vertice dei ministri dello Sviluppo in autunno a Pescara. L’anno della presidenza italiana del G7 avrà il suo culmine nel più volte annunciato vertice dei capi di Stato e di Governo che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intende ospitare a Borgo Egnazia in Puglia nel mese di giugno, discutendo i più diversi argomenti: Industria e spazio, Infrastrutture e trasporti, Economia, Turismo, Giustizia, Ambiente, Salute e Agricoltura.

Al centro dei colloqui avviati da Tajani, ovviamente, lo scenario caratterizzato dal conflitto russo-ucraino e da quello in Medio Oriente, partendo dalla conferma dell’appoggio all’Ucraina (prossimo, in Italia, tra meno di una settimana, alla Camera, il voto sulla risoluzione per l’ottavo pacchetto di rifornimenti bellici al Paese guidato da Volodymyr Zelensky).

Nel colloquio telefonico con il segretario di Stato statunitense, a Tajani è arrivato l’apprezzamento Usa per l’invio della nostra fregata Virginio Fasan nel Mar Rosso ove dal mese di novembre dello scorso anno si sono intensificati gli attacchi alla circolazione navale da parte dei ribelli yemeniti e filoiraniani Houthi.

Una vicenda che riveste particolare importanza anche alla luce di un probabile cambio di marcia nell’operazione Prosperity Guardian avviata con molta enfasi dagli Stati Uniti nell’area e finora svoltasi con interventi missilistici di difesa contro le incursioni degli Houthi. Una svolta nell’operazione non potrà che richiedere, da parte italiana, scelte più precise rispetto a quelle formalmente fino ad oggi assolte con attività di scorta alle navi in transito nell’area: il disimpegno militare o l’adesione ad iniziative più concrete indirizzate alle zone di terra ove operano gli Houthi.


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